Cos’è lo Humor Lab?

Cos’è lo Humor Lab? _ Associazione Culturale Fantalica

Cos’è lo Humor Lab?

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“L’uomo è un animale sociale” disse il grande Aristotele. La nostra vita quotidiana ci obbliga a relazionarci con gli altri: sul lavoro con clienti e collaboratori, a casa con i nostri familiari, o anche solo con amici e conoscenti in generale.

A VOLTE COMUNICARE NEL MODO OPPORTUNO SEMBRA DIFFICILE E FATICOSO?

IN CERTE SITUAZIONI LA TUA EMOTIVITA’ TI CONDIZIONA NEI RAPPORTI CON GLI ALTRI?

VORRESTI CONOSCERE UN METODO PER SAPER AFFRONTARE GLI ATTACCHI AGGRESSIVI?

 “Desidero imparare a cavarmela con le persone che io ritengo difficili, quelle che mi creano problemi, con cui non riesco mai a uscirne al meglio!”       

Che ci piaccia o no ogni giorno siamo chiamati a risolvere piccoli o grandi problemi, incomprensioni o fraintendimenti. Spesso anche solo una parola ci può portare a una reazione contraria rispetto a quella che ci aspetteremmo.
La domanda giunge allora spontanea: “Ma sono io che non mi spiego o son gli altri a non capirmi?”

Comunicare in modo efficace significa fare in modo che il messaggio che io desidero comunicare all’altro arrivi nel miglior modo per essere compreso.
Dobbiamo però stare attenti alle piccole e grandi interferenze che possono distorcere il nostro messaggio: il classico “rumore di fondo” dato sia da interferenze esterne (vero e proprio rumore, linea telefonica disturbata, ecc…) sia da interferenze interne (emozioni, pensieri che interferiscono continuamente con quello che stiamo dicendo o con ciò che viene recepito dal nostro interlocutore).

È necessario quindi tenere sempre in alta considerazione ciò che “ricevo” dall’altro: il feedback. Per esempio possiamo prestare più attenzione all’ascolto e alla scelta delle parole, all’osservazione delle espressioni facciali, dei toni di voce e della postura per verificare se il messaggio è arrivato nel modo in cui noi ci aspetteremmo.

Esprimere se stessi e le proprie potenzialità, superando le barriere del conformismo, con una comunicazione efficace e umoristica non è sempre facile.

Cosa fare dunque?
Basta solo un po’ di impegno e di buona volontà!!!

Lo Humor può essere la tua nuova arma veramente efficace: se usato consapevolmente può aiutarti ad acquisire la giusta flessibilità emotiva e comportamentale, dandoti maggiore consapevolezza di tutti gli elementi in gioco nel normale processo comunicativo.

Ecco dunque l’occasione da non perdere!

L’Associazione Culturale Fantalica propone un percorso formativo di Comunicazione, dedicato al alle varie modalità comunicative che noi utilizziamo giornalmente troppo spesso inconsciamente. Si tratta di moduli diversi, in grado di affrontare diverse necessità legate a questa abilità.

Il prossimo appuntamento è un workshop rivolto a tutti coloro che si vogliono avvicinare alla pratica della comunicazione basata sulla tecnica umoristica. Lo Humor Training è in grado di attivare straordinarie risorse per acquisire la giusta flessibilità emotiva e comportamentale.

Se ti rispecchi in tutto questo e vuoi saperne di più, clicca qui!

 

L’uso dell’empatia come parte integrante di una comunicazione efficace

L’uso dell’empatia come parte integrante di una comunicazione efficace, nasce con Carl’ Rogers negli anni 50.

A distanza di molti anni, terapisti, ricercatori, formatori, … confermano la sua efficacia. Ma nonostante questo spesso ci si ostina a pensare e costruire rapporti basati su una comunicazione prettamente verbale e razionale.

Peccato.

A sfruttare invece con successo questa potenzialità sono invece le industrie che cercano sempre modi nuovi e più efficaci per comunicare con il proprio pubblico.

A questo proposito mi fa piacere portare la vostra alla vostra attenzione come la comunicazione può aiutare le persone a colmare distanze fisiche, generazionali anche molto ampie con l’empatia.

Questa comunicazione fatta di immagine e musica anche se semplice presenta uno spaccato in cui tutti possono riconoscersi e che facilmente strappa un sorriso.

Si parte da una considerazione che prima o poi tutti hanno fatto o faranno nella vita, (sia come figli che come genitori):

“I figli crescono e prendono la propria strada”.

Ma … appunto, se si pensa ad un rapporto comunicativo non solo razionale e verbale, in una fase complessa come la giovinezza, ogni mamma conosce i trucchi per far tornare a casa i suoi ragazzi… “Cucinare il loro piatto preferito!”

Mangiare insieme è un vero e proprio rito, un’esperienza che accomuna le famiglie e le persone che si vogliono bene.

Stare a tavola significa condividere, apprezzare, comunicare, confrontarsi, e… a volte anche scontrarsi, ma sempre con affetto e sincerità.

Quindi, a volta basta poco un’immagine, una parola, soprattutto una comunicazione n grado di evocare quei momenti ricchi di sensazioni, sentimenti, emozioni, …

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Mangi con noi?

Chiede una donna al figlio inviandogli la foto di un arrosto fumante, …

 

 

 

E il gioco è fatto, perché la felicità è il luogo dove si ha sempre voglia di tornare. E mangiare insieme è un piccolo grande momento di felicità.

E’ questa, in sintesi, la sceneggiatura del nuovo spot Coca-Cola che racconta, con toni emozionali, il valore dello stare insieme in famiglia e della condivisione a tavola.

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=NSmTr7YNC3Y]

Associazione Fantalica

Comunicazione efficace ed emozioni????

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Spesso le difficoltà che si incontrano nella comunicazione con gli altri nascono dai nostri stati d’animo o da quelli del nostro interlocutore. Quando questi stati prevalgono, (come accade nelle situazioni di tensione, stress, conflitto, paura, rabbia, …), l’incomprensione regna e questa condizione conduce inevitabilmente verso il disorientamento, la frustrazione, l’isolamento e al desiderio chiudere la comunicazione.
Ma possiamo avere dei rapporti con gli altri e delle comunicazioni esenti dal coinvolgimento delle nostre emozioni? Data la natura emotiva dell’essere umano è molto difficile.
In termini comunicativi e relazionali non sono le emozioni che ci coinvolgono ad essere un ostacolo al un nostro miglior rapporto con gli altri, ma l’incapacità di riconoscere e gestire gli stati d’animo che provocano.
Spesso questo accade perché non siamo consapevoli di quanto sia influente la nostra comunicazione emotiva, verbale e non verbale, nella comunicazione con gli altri.
Ad esempio ci risulta facile chiedere a noi stessi o agli altri calma, ascolto, disponibilità, … quando siamo sereni, mentre ci risulta più difficile farlo quando siamo convolti dai nostri stati emotivi o travolti da quello degli altri.
Naturalmente, analizzando la nostra vita, le cose non stanno sempre in questi termini, ma dovremmo riflettere a lungo su quali sono le condizioni del nostro equilibrio personale quando ci relazioniamo con gli altri e siamo travolti dalle emozioni. Da questo dipende, in gran parte, l’efficacia della nostra comunicazione.

Quindi, come possiamo essere più efficaci?

Semplice è sufficiente imparare a distinguere, saper leggere gli stati emotivi che incontriamo e che si liberano nei rapporti che viviamo tutti i giorni, al lavoro, in famiglia, durante la guida, nello sport, …
Il primo passo in questo percorso di consapevolezza è imparare a nominare e saper verbalizzare i nostri stati d’animo, e quindi capire come essi ci influenzano e condizionano il nostro processo comunicativo. Imparare a riconoscere il proprio stato emotivo o quello degli altri, chiamandolo per nome, è il primo presupposto per aumentare la propria consapevolezza, empatia e la propria sensibilità nei confronti degli altri.

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A questo proposito vorrei consigliare questo articolo per un approfondimento. https://goo.gl/HxzQiY

 

 

 

 

 

Associazione Fantalica

Perché partecipare ad un corso di comunicazione? parte seconda

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Domande e risposte sul perché dare inizio ad un percorso di sviluppo delle proprie capacità comunicative.

Parte seconda:

Perché nei percorso di formazione classica scolastica si dà così poca importanza allo sviluppo delle abilità comunicative, pensano, erroneamente, che la lettura e il padroneggiare la lingua sia sufficiente per essere dei buoni comunicatori?

La cultura attuale è dominata da un modello “mentale” della comunicazione. Ma è anche vero che, nella retorica antica, si studiavano meticolosamente l’espressione corporea, il tono di voce e lo sguardo, e si dava molta più fiducia alla parola viva, incarnata. Dovremmo ricordarci che molto, nel passato, è nato conversando la notte intorno al fuoco, o passeggiando e riflettendo ad alta voce con amici e compagni di viaggio. Cioè quando le persone avevano principalmente relazioni dirette.

Quali sono i miglioramenti reali che può ottenere chi ha partecipato ad un corso di comunicazione?

Già in 8-10 ore di corso, il partecipante diviene consapevole del suo modo di comunicare e di quanto poco sfrutta le sue potenzialità al fine di migliorare la qualità dei suoi rapporti.

Successivamente le persone imparano a usare meglio i gesti, le parole, ma soprattutto capiscono l’importanza di uno stile diretto e “visuale”, cominciano ad apprezzare l’impatto emozionale del contatto diretto con l’altro attraverso lo sguardo.

Ma la cosa più importante è quella che io chiamo farsi la scatola dei colori. Con un corso di poche ore nessuno diventerà un grande comunicatore ma acquisirà degli strumenti, pennelli e colori, per cominciare a dipingere delle nuove relazioni, ma soprattutto a cominciare a far crescere le sue relazioni migliorando la sua vita per molti anni a venire.

Massimo s.

 Se desideri ulteriori informazioni sul corso di comunicazione clicca qui

Perché partecipare ad un corso di comunicazione? parte prima

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Domande e risposte sul perché dare inizio ad un percorso di sviluppo delle proprie capacità comunicative

Parte prima

Siamo nell’era della comunicazione, eppure sempre più persone si dimostrano limitate nella comunicazione diretta, “Face to Face”. Non è questo un paradosso?
La tv ci ha abituato a un modello di comunicazione passiva, “subita” stando seduti in poltrona, che è ancora molto forte. Con Internet si sta affermando un modello di comunicazione interattiva, “partecipata”, che in parte migliora le cose. Ma c’è un punto critico: quando, ad esempio, comunichiamo su Internet di solito scriviamo, e ce ne stiamo seduti in silenzio davanti a uno schermo. Il corpo, il nostro veicolo comunicativo ed emozionale primario, resta il grande assente in questa fase storica della comunicazione.
Nella relazione diretta, face to face, il modello di comunicazione è diverso, perché interviene anche l’interazione con il corpo, con gli occhi, col tono della voce, con i tanti altri segnali della fisicità. La presenza di un interlocutore a pochi centimetri da noi cambia notevolmente la situazione.

È vero, quindi che le parole comunicano molto meno di quanto si crede?
Nella comunicazione naturale, in presenza di un altro essere umano davanti a noi, le parole ci arrivano immerse in un flusso di stimoli corporei, visivi, uditivi. Le parole, sono importanti quanto i gesti o gli sguardi, ma devono diventare esse stesse “segnali” fisici.
La corporeità e gli stimoli visivi normalmente incidono molto di più del linguaggio verbale, per cui a determinare la gradevolezza di un rapporto e l’efficacia della comunicazione, è la nostra parte non verbale.

È corretto dire che la comunicazione è sicuramente inefficace quando non si ha la capacità di instaurare un rapporto “empatico”?
L’empatia si avverte anche fisicamente. Riuscire a crearla in una relazione è una capacità che possono sviluppare tutti. Essa è il fondamento di un rapporto soddisfacente con l’altro. Purtroppo, però, anche le cattive emozioni sono percepibili, così capita di trovarsi in situazioni che possono risultare sgradevoli. Essere empatici, quindi, potrebbe recare sensazioni spiacevoli. Grazie ad una migliore comunicazione, saremo in grado di far crescere “l’empatia” e migliorare le nostre relazioni, anche nei momenti più difficili

Docente di comunicazione presso Fantalica
Massimo Saresin