IL DISCORSO DEL CORPO
Cosa abbiamo sottovalutato, dimenticato o rimosso nel grande cosmo comunicativo in cui noi oggi siamo immersi se non il corpo?
E’ paradossale, ma in un momento storico in cui il fisico sembrerebbe essere al centro di tutti i nostri pensieri, interessi e preoccupazioni (per motivi estetici, sanitari, salutistici e edonistici) non siamo più in grado di ascoltare i suoi segnali e capirlo.
Al cuore del “mistero in piena luce che è la comunicazione” (se sappiamo coglierlo) c’è la persona, e proprio la comunicazione inter-umana al giorno d’oggi è in grande crisi. Ipertecnologici e soli, superficiali, ripiegati in noi stessi, quasi non riusciamo a comprendere chi ci circonda. Eppure l’uomo è un essere biologicamente relazionale, e le neuroscienze contemporanee ce lo confermano, ma quanti fraintendimenti ed incidenti comunicativi subiamo o provochiamo? Quante barriere innalziamo nelle nostre relazioni personali? Qualcuno ha paragonato il corpo ad un’orchestra che suona con tanti strumenti, o a un coro con voci diverse.
Chi parla non dice solo parole, ma scandisce delle pause, utilizza una certa intonazione, produce gesti, sguardi, posture. Un meccanismo complesso che non sempre risulta armonico. Come interpretare correttamente questo intreccio di segnali comunicativi? Il corpo e la comunicazione multimedale che passa attraverso di esso può essere conosciuta solo da un altro corpo. É dunque necessario essere in contatto con sè stessi e riconoscere le proprie espressioni.
Ascoltarci per ascoltare gli altri, sviluppare ed affinare la propria consapevolezza osservando con attenzione e sensibilità noi stessi e gli altri.
Riconoscere che la comunicazione (e il corpo ne è al centro) è un crocevia di emozioni che si scambiano e non solo di informazioni che si trasmettono e che anche nel silenzio di un piccolo gesto si può attivare una comunicazione profonda.