Dizione: Voce e Comunicazione
Dizione e comunicazione sono in stretto rapporto tra loro, ma il valore di questo legame è troppo spesso sottovalutato.
La facoltà di farci capire e quindi comprendere dagli altri ha un alleato fondamentale nella conoscenza, competenza e quindi abilità di utilizzare le tante possibilità della Comunicazione.
Questa abilità espressiva, che si declina nel linguaggio verbale, pra-verbale e non verbale, risulta fondamentale al fine per esprimere con efficacia i nostri pensieri, idee, emozioni, statti d’animo, … al nostro interlocutore.
La voce è uno strumento di espressione importante. Ma, se comunicare con la voce ha come scopo quello di essere primario quello di essere uditi e capiti, sarebbe veramente ingenuo pensare che essere udito sia un sinonimo di essere ascoltati dal nostro interlocutore.
Questo vuol dire che le parole non devono fermarsi sulla soglia dell’orecchio, ma penetrare la mente, imprimersi nella memoria, conquistare il destinatario del messaggio ed infine innescare una reazione. Una risposta, un’azione, un’emozione, … Solo così potremmo comprendere il livello di efficacia della nostra comunicazione.
Perché la Dizione è importante?
Se una persona che parla il dialetto milanese dovesse intrattenersi in una conversazione con qualcuno che parla il dialetto sardo, difficilmente i due si capirebbero men che meno si comprenderebbero a vicenda.
Fortunatamente, soprattutto grazie al potere ‘onnipervadente’ dei media – radio, cinema e televisione, … – quasi tutti gli italiani sono in grado di parlare un italiano Regionale, lingua nazionale più o meno uniforme, grazie alla quale ci si può intendere vicendevolmente nell’intero stivale.
In molte zone d’Italia, soprattutto nelle aree urbane, le nuove generazioni non imparano nemmeno più il dialetto locale e parlano unicamente questo ‘italiano Regionale’
Ma questa lingua ‘Regionale’ è il corretto italiano neutro?
La risposta è, quasi sempre, no.
Se un milanese con la sua ‘pronuncia uniforme’ si avventurasse in qualunque zona d’Italia al di fuori della Lombardia, non appena aprisse bocca si sentirebbe chiedere: ‘Sei di Milano, vero?’.
E lo stesso accadrebbe con un Torinese a Milano, un Romano a Torino, un Palermitano a Roma, eccetera.
Ciò significa che nella pronuncia di tutte queste persone – ciascuna delle quali ingenuamente convinta di parlare in ‘italiano’ – c’è in realtà una marcata ‘colorazione regionale’ che tradisce la sua zona d’origine.
Se invece guardiamo un film in televisione, recitato o doppiato da professionisti, non saremo in grado di capire la ‘provenienza regionale’ delle voci che sentiamo. Loro stanno utilizzando davvero un ‘italiano neutro’.
Imparare ad esprimersi con una dizione corretta è vantaggioso per chiunque, in qualunque ambito privato e professionale, e non solo per gli attori!
Se però comunicare non è per noi una semplice questione di sopravvivenza, ma anche di buon gusto e di autorevolezza, allora dovremo osservare che non è importante solo la cosa in sé, ma anche il modo in cui la si presenta.
In conclusione, c’è modo e modo di ‘presentare le parole’, e noi vogliamo scegliere quello migliore!
Come farlo? È necessario educare la voce e imparare a usarla in modo consapevole.