Ogni comunicazione appartiene ad uno specifico contesto e si colloca all’interno di peculiari dinamiche di relazione.
Un buon comunicatore necessita dunque di modulare l’espressione del suo messaggio, sia tenendo conto del pubblico che ha di fronte, sia riflettendo su altri fattori, come ad esempio l’ambiente in cui è inserito l’interlocutore, le regole del gruppo a cui appartiene, il tempo e lo spazio che connotano la conversazione.
Il nostro linguaggio e le nostre comunicazioni a livello non verbale – corporeo, devono dunque essere compresi, risultare chiari a chi ci stiamo rivolgendo. E’ come se, nel formulare ciò che vogliamo trasmettere, dovessimo apprendere le abitudini e le tradizioni di un paese straniero per fare il più possibile una buona impressione agli abitanti del luogo.
Se riusciamo a stabilire un’interazione il più possibile priva di ambiguità e fraintendimenti, lo scambio comunicativo risulterà maggiormente gratificante per tutti coloro che vi partecipano.
Cosa permette dunque di adattare in modo efficace la nostra comunicazione alla persona che ci ascolta?
Un fattore fondamentale è l’Empatia, la capacità di sintonizzarci con lo stato emotivo dell’altro, e di entrare temporaneamente all’interno del suo modo di sentire, percepire e pensare, vestendo metaforicamente i suoi panni. Questo processo si basa sulla naturale capacità di leggere i segnali non verbali (il tono di voce, l’espressione del viso, la postura) di chi ci sta parlando.
A volte sentire insieme all’altro, essere partecipi delle sue emozioni, può risultare qualcosa di immediato, in altri casi possiamo sperimentare delle difficoltà. Ognuno di noi infatti è influenzato nell’approcciarsi alle relazioni interpersonali dalle proprie esperienze di vita, dalle proprie paure, dai propri desideri, e può di conseguenza essere maggiormente a proprio agio in alcuni situazioni rispetto ad altre o trovare più facilmente delle affinità con determinate persone.
L’ empatia è strettamente collegata all’autoconsapevolezza: impariamo a leggere le emozioni altrui a partire dalla conoscenza di ciò che noi stessi proviamo. Maggiore è la confidenza che abbiamo rispetto ai nostri sentimenti, maggiore sarà la forza, la fiducia e la lucidità di pensiero con cui affronteremo contesti comunicativi per noi complicati o confusi.
Ricordiamoci che l’ingresso nel mondo altrui, l’incontro con diverse soggettività, può avvenire per noi solo in qualità di “ospiti” perchè ogni singola esperienza umana non è riconducibile, non è sovrapponibile a quella di un altro. L’empatia, dunque, consiste nel compartecipare del vissuto di un’altra persona in modo rispettoso e non giudicante, mantenendo un’apertura al dialogo e al confronto. Non possiamo pensare di aver capito ogni cosa a noi raccontata, solo perchè abbiamo attraversato esperienze simili, analoghe. Non possiamo poi fare un rigido affidamento a nostri valori morali od opinioni personali per catalogare il comportamento di chi abbiamo di fronte.
Comunicare efficacemente significa quindi in primo luogo elasticità, curiosità, apertura al nuovo e ascolto delle emozioni che l’altro ci suscita. E’ con questo atteggiamento che avremo la possibilità di trovare le parole, il tono di voce, il modo di porsi che ci permetterà maggiormente di entrare in sintonia con l’interlocutore, e di far comprendere al meglio il nostro messaggio.
Anna Zanardo
psicologa e psicoterapeuta